L’allattamento al seno reca una serie di benefici di salute a breve e lungo termine sia per il bambino, sia per la madre: quanto più a lungo si allatta, tanto maggiore risulta il beneficio che ne deriva. È dimostrato che nel bambino l’allattamento al seno protegge dalle infezioni e previene l’obesità; inoltre nella madre la durata dell’allattamento al seno sembra correlarsi con la riduzione del rischio di cancro al seno e altre patologie materne. Pertanto l’allattamento al seno va sospeso solo quando vi siano reali e documentate controindicazioni mediche oppure per scelta informata da parte della madre. La donna che allatta al seno può trovarsi nella condizione di dover assumere farmaci per curarsi. In questo caso è appropriato chiedersi se il loro uso sia sicuro per il bambino. Il Ministero della Salute ha elaborato un vademecum per madri, famiglie e sanitari per un approccio all’assunzione di farmaci “senza pregiudizi”. Alcune importanti indicazioni ricordano che: curarsi è un diritto di ogni madre e non è in conflitto con il diritto del bambino di essere allattato, anche se la donna ha bisogno di assumere farmaci. Sempre meglio evitare il “fai da te”. Alcuni farmaci che devono essere assunti dalla madre per patologie croniche, se assunti correttamente e alle dosi terapeutiche indicate, non determinano nel neonato effetti collaterali significativi. Non è detto che farmaci ritenuti necessari e a basso rischio durante la gravidanza, lo siano altrettanto anche in corso di allattamento. La maggior parte dei farmaci passa nel latte, ma in misura limitata o molto limitata, comunque senza determinare effetti tossici per il bambino, o dando solo effetti collaterali minori o trascurabili.
- Documento integrale elaborato dal Ministero della Salute