Posti di lavoro vacanti? Non ci risultano

93993636_1441540_664108La tentazione di trarre rassicurazione dall’elaborazione dei dati Unioncamere da parte della CGIA di Mestre, che colloca la professione dell’ostetrica nella top ten delle categorie più richieste dalle aziende, è forte ma il quadro che fornisce l’associazione degli artigiani non corrisponde a quello che viviamo quotidianamente. Ci stupisce, peraltro, come tale classifica consideri la professione dell’ostetrica addirittura tra quelle “introvabili” sull’attuale mercato del lavoro.
Stando ai dati forniti dalla CGIA di Mestre, sarebbero 800 i posti vacanti tra le professioni sanitarie di ostetricia e infermieristica che rischiano di non essere coperti, vale a dire, in valori assoluti, il 25,9% del totale dell’offerta contro il 59% del 2009. Rileviamo, invece, che l’Osservatorio europeo dei posti di lavoro vacanti, solo lo scorso anno, segnalava relativamente al settore sanitario, seppur a fronte di un miglioramento occupazionale in Italia, Francia, Germania e in Gran Bretagna, comunque una contrazione della domanda sul mercato del lavoro Ue: 6% in meno di posti disponibili nel quarto trimestre del 2012 rispetto a quello del 2011.
Da una nostra analisi dei dati del Consorzio Alma Laurea, inoltre, emerge un calo dell’occupazione nella voce infermieristica-ostetricia di circa 30 punti: laddove nel 2007 l’occupazione era al 90% e nel 2012 è arrivata al 60%. La figura dell’ostetrica viene, peraltro, collocata tra le professioni sanitarie agli ultimi posti per il tasso occupazionale medio del 49% a un anno dalla laurea, registrato nell’arco di questi sei anni. La FNCO condivide, quindi, lo stupore degli infermieri del Nursind che contano, ad oggi, “più di 25 mila infermieri senza posto di lavoro”, come spiega il segretario nazionale Bottega, per l’alto fabbisogno dichiarato dal CGIA ma non riscontrato sul mercato del lavoro.
Riguardo, invece, le cause di disoccupazione nell’ambito ostetrico, un aspetto importante e probabilmente meno evidente a chi non è del settore è la consuetudine, che sta prendendo piede ormai in diverse strutture sanitarie, per cui il ruolo dell’ostetrica viene spesso ricoperto e svolto da infermiere. Consuetudine che chiaramente incide sia sul panorama occupazionale delle ostetriche già abbastanza critico sia, ancor peggio, sulle competenze professionali del soggetto assunto.
“La Federazione Nazionale Collegi Ostetriche – commenta la presidente Miriam Guana – si prende carico del ruolo di connettore tra l’offerta e la domanda di lavoro attraverso un’attenta informazione sulle normative vigenti e proposte formative adeguate al continuo aggiornamento del settore per far sì che la professione dell’ostetrica continui ad avere un futuro e la riconoscibilità che merita rispetto all’importanza che riveste in ambito sanitario e sociale”.