L’ostetrica può redigere prescrizioni sul ricettario SSN?

Tessera sanitariaIn data 15/9/2014 è pervenuta alla FNCO una nota della Regione Lombardia – Direzione Generale Salute, governo dei dati, delle strategie e dei piani del sistema sanitario – con la quale si è trasmesso il parere del Ministero della salute sui quesiti posti dalla Direzione regionale medesima in ordine a diverse questioni tra cui la possibilità per l’ostetrica di prescrivere sul ricettario del SSN, alla luce delle contrasto esistente tra le diverse normative.
In particolare la Regione Lombardia, nel chiedere se l’ostetrica possa redigere prescrizioni sul ricettario SSN, evidenzia che se da un lato le normative sull’utilizzo del ricettario del SSN (commi 1 e 2 dell’art. 15-decies, del d. lgs 502/92, art. commi 2 e 4 dell’art. 50 della l. 326/2003) fanno esclusivo riferimento ai medici quali soggetti prescrittori tramite ricettario del SSN, dall’altro il d. lgs 206/2007, attuativo della direttiva europea sul riconoscimento delle qualifiche professionali, all’art. 48 comma 2 prevede che le ostetriche sono autorizzate a “prescrivere gli esami necessari per la diagnosi quanto più precoce di gravidanze a rischio”.

Il Ministero della Salute, con nota del 18/08/2014, ha risposto alla Direzione generale salute della Regione Lombardia specificando che l’esame della problematica già condotta da parte del Ministero ha evidenziato che:
1.    non si ravvisano impedimenti a dare concreta attuazione al diritto delle ostetriche all’utilizzo dei ricettari privati (bianchi), atteso che la legge ha riconosciuto la loro competenza professionale ad individuare le prestazioni efficaci ed appropriate alle necessità delle donne in gravidanza.
2.    l’utilizzo del ricettario del SSN  dovrebbe essere subordinato all’approvazione di ulteriori disposizioni legislative specificatamente dirette a consentire l’attribuzione dei ricettari standardizzati (richiamando quindi le normative sopra citate sull’utilizzo del ricettario SSN).

Il Ministero della Salute fa inoltre presente che la facoltà di prescrivere su ricettario SSN caratterizza il soggetto prescrittore come “ordinatore di spesa” e pertanto tale attribuzione alle ostetriche dovrebbe essere accompagnata necessariamente da una serie di misure, analoghe a quelle vigenti per i medici, volte a garantire il monitoraggio e il governo dell’attività prescrittiva.

Il Ministero conclude quindi che in mancanza di ulteriori disposizioni legislative la risposta al quesito posto dalla Regione Lombardia “non può che essere negativa”.

Premesso quanto sopra si ricorda che ripetutamente la FNCO dal 2007, si è impegnata nel cercare di risolvere l’intricata problematica presso il Ministero della Salute ricevendo promesse risolutive non ancora realizzatesi.
Si fa inoltre presente che nella realtà sanitaria della ASL RM D le Ostetriche sono state dotate di ricettario del SSN semplicemente attraverso un sistema di codificazione che consente d’indicare come soggetto prescrittore anche un soggetto diverso dal medico e previo parere positivo dell’ASP Lazio.

Alla luce quindi del nuovo parere espresso dal Ministero della Salute e per le ragioni sopra esposte, la FNCO ha richiesto nuovamente al Ministero, nello specifico alla dr.ssa Rossana  Ugenti  neodirettore generale del Dipartimento delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale la risoluzione della questione per garantire con urgenza il ricettario “rosa” alle ostetriche che sono già soggetti prescrittori ai sensi della normativa vigente nell’ambito della sorveglianza  ed assistenza alla gravidanza fisiologica come indicato dalla direttiva europea recepita con dlgs 206/2007.

L’ulteriore richiesta è posta anzitutto a favorire le donne gravide  ad usufruire di servizi efficienti e di facile accesso; infatti coloro che sono seguite da ostetriche nel SSN (consultori o punti nascita) si trovano costrette a rivolgersi, dopo la visita ostetrica,  al medico di famiglia o al ginecologo del SSN i quali trascrivono gli esami indicati dall’ostetrica su ricettario del SSN.

Si tratta di un vero disagio e perdita di tempo per la donna, per le ostetriche e per i medici prescrittori del SSN.

Le donne che vivono queste difficoltà   sono spesso straniere, non a conoscenza dell’organizzazione del sistema salute italiano , con barriere linguistiche.
La richiesta è posta a tutela di tutti i cittadini/utenti del S.S.N. che potrebbero sentirsi danneggiati nell’inadeguata erogazione di un servizio pubblico, costituzionalmente garantito, qual è per l’appunto, nello specifico, la salute della materno-fetale e neonatale.